I popoli antichi utilizzavano le maschere durante i rituali per comunicare con i mondi spirituali e per comunicare un determinato temperamento dei personaggi di un dramma. Oggi se indossiamo una maschera lo facciamo unicamente a scopo ludico e, nella vita sociale, in quelli che si possono definire momenti di rito contemporanei, la comunicazione non verbale è affidata agli abiti. Attraverso gli abiti esprimiamo la nostra identità sociale, comunichiamo a noi stessi e agli altri chi siamo. La moda, infatti, definisce il tipo di società e il gruppo a cui un individuo appartiene.
La maschera nell’antichità
La maschera è nata come mezzo di comunicazione. Tra i popoli antichi, infatti, veniva utilizzata per entrare in contatto con le divinità e con gli spiriti dei defunti. Chi la indossava riusciva a estraniarsi da tutto e comunicare con i mondi spirituali. Per lo stesso motivo, sulle tombe etrusche veniva spesso raffigurato un personaggio con una strana maschera, probabilmente un demone, chiamato Phersu, che significa uomo mascherato. La funzione di questa figura, collegata ai riti funebri, quasi certamente era quella di tramite tra il mondo divino e quello umano. Giunto tra i Romani, il concetto di Phersu come maschera, diventò Phersu-na, cioè persona o personalità, carattere. Difatti, anche nell’antica Grecia, dove nacque il teatro, le maschere venivano utilizzate per la caratterizzazione dei personaggi interpretati durante le rappresentazioni.
Gli abiti, le maschere contemporanee
Oggi la maschera viene associata unicamente al divertimento, nonostante le occasioni in cui si indossi, come il carnevale, abbiano originariamente significato rituale. Sono gli abiti, nell’epoca attuale, a esercitare la funzione comunicativa anticamente svolta dalla maschera. Attraverso gli abiti possiamo comunicare molte cose: a quale società apparteniamo, a quale gruppo, il nostro credo religioso, l’evento sociale a cui stiamo partecipando. In poche parole, esprimiamo la nostra identità sociale, ovvero un tipo di personalità che nulla ha a che fare con il carattere individuale. L’individuo è unico e non muta, mentre la persona cambia atteggiamento o abito a seconda del contesto, delle ideologie, della cultura. Probabilmente il luogo in cui abbiamo meno bisogno di indossare una maschera e assumere quindi una identità sociale, è la nostra casa. In casa ci sentiamo semplicemente noi stessi e infatti il più delle volte non ci curiamo degli abiti che indossiamo.
La costruzione dell’identità
A cosa serve indossare l’abito giusto? Quante volte vi è capitato di non sentirvi a vostro agio per colpa dell’abito inadatto al contesto? O addirittura di percepire disarmonia tra ciò che indossate e il vostro umore in quel momento. Scegliere l’abito giusto e sentirsi parte del gruppo desiderato è essenziale per la nostra autostima. Ci si identifica con un preciso modo di pesare, con uno stile di vita che è comune a quello di tante altre persone come noi.
La moda non è un atto superficiale, un gesto che si compie solo per coprire il corpo, magari in maniera elegante, ma un vero e proprio mezzo di comunicazione. Decidendo cosa, dove e quanto acquistare, compiamo delle scelte ben precise, che serviranno a noi e alle persone, o personalità, che abbiamo intorno, per identificarci, collocarci in un determinato gruppo di appartenenza.
Jennifer Campanini